La saga di una famiglia contadina attraverso decadi e continenti
“Una storia contadina,” romanzo di Ennio Marchetti appena pubblicato da Lulu Editrice, racconta le vicende di una famiglia contadina del Vercellese che si dipanano in un lungo arco di anni, dai primi del ‘900 fino agli anni ’50.
Marchetti, nato a Gattinara, conosce molto bene la vita e le usanze di un’epoca nella quale l’agricoltura era ancora il motore economico predominante. Ascoltando i racconti dei suoi nonni e di altri famigliari, ha raccolto una preziosa messe di ricordi che rischiano ormai di sbiadire dalla memoria e ha deciso di raccontarli in un romanzo ispirato alla storia della sua famiglia, mescolando abilmente elementi di fantasia a storie vere.
La sua rievocazione della vita contadina nella prima metà del secolo scorso offre l’occasione per ripercorrere i sentieri dei ricordi, costellati di feste di paese, consuetudini locali, gare e giochi che forse oggi sono quasi del tutto dimenticati.
Marchetti non è un novellino: è un musicista e cantautore, ha lavorato al quotidiano “La Stampa” di Torino e ha già pubblicato sei romanzi in italiano e in spagnolo, diventato la sua seconda lingua da quando si è trasferito a Las Terrenas nella Repubblica Dominicana circa 23 anni fa. Fra questi, citiamo “Radio Loca,” “Las Terrenas goodbye”, “Sognavo i Caraibi” e “REX, il medaglione di Aton” (in collaborazione con Enzo Odoardi) tutti disponibili su www.amazon.com e www.lulu.com
“Una storia contadina” è un romanzo d’azione, scritto con stile sciolto e incalzante. Scorre come un fiume in piena, alternando il dramma al sorriso, tenendo le fila di numerose storie parallele e di molti personaggi.
Narra in modo semplice e diretto storie e vicende di gente umile, semianalfabeta, caparbia, che si sforza di sollevarsi dalla povertà a furia di duro lavoro ma anche acquistando un pragmatismo cinico che si traduce in matrimoni d’interesse, nel cogliere ogni occasione per approfittarsi delle buone grazie di mogli fedifraghe, e della disponibilità sessuale di mondine e operaie che sperano così di salire qualche gradino della scala sociale.
A dire il vero, Carlín, il protagonista del romanzo, da quel lato è infaticabile, non se ne fa scappare una; da un capitolo all’altro sono continui nuovi incontri che si risolvono – per dirla pudicamente – in una pronta e mutua soddisfazione. Del resto, neppure i preti si sottraggono alle insidie delle parrocchiane e delle perpetue. Qualche volta queste incontenibili pulsioni erotiche finiscono in tragedia, come nel caso del prete della parrocchia di Lenta, Don Fiorenzo detto “Sciresa,” quando la sua tresca con la moglie del farmacista viene scoperta, o del marito tradito che nel tentativo di vendicarsi ha la peggio e finisce paralizzato a vita. Ma ci sono storie d’amore che fioriscono sullo sfondo delle stagioni di raccolta del riso o nello scorrere della vita di paese e sono vere e profonde. Don Ernesto rinuncia alla tonaca per la donna che ama. Lo spregiudicato e astuto Carlín coltiva per tutta la vita un sincero amore per Rosina, la sua amichetta d’infanzia, che preferisce fare un matrimonio ricco, ma alla quale le circostanze lo riuniranno molti anni dopo.
Le minute vicende dei personaggi si stagliano sullo sfondo di grandi avvenimenti storici: dallo scoppio della Grande Guerra all’avvento del Fascismo, la seconda guerra mondiale che porta alla caduta del regime, la ripresa economica del dopoguerra con la progressiva industrializzazione del territorio e la possibilità del lavoro in fabbrica e dello stipendio fisso al posto della fatica e dell’incertezza del lavoro agricolo. Questi cambiamenti epocali sono visti dalla prospettiva della gente umile, la gente senza alcun potere che si trova a subire la Storia e sopportarne le conseguenze. Affrontano la disparità sociale cercando di costruire una rete di solidarietà spicciola, come il maresciallo dei carabinieri che aiuta Carlín a evitare il servizio militare, o i contadini che si oppongono al fascismo e aiutano I ribelli: “Una spia avvertì il gruppo di Valentino e i Partigiani ebbero il tempo di disperdersi. Il giorno dopo lui tornò nel suo nascondiglio, nel sottotetto, a Gattinara. Vi rimase per nove mesi, nascosto “come un topo”, fino alla fine della guerra.”
Le donne, doppiamente oppresse, debbono accontentarsi di lavori duri come la mondina e l’operaia, e accettare le “attenzioni” del padrone e dei vari capi e capetti se vogliono continuare a lavorare. Qualcuna più smaliziata, come la gitana Rada, riesce a barattare la propria avvenenza e gli speciali “favori” per ottenere in cambio matrimonio e ascesa sociale.
Non tutti sono rassegnati, molti coltivano la voglia di riscatto che per Carlín si materializza in un avventuroso viaggio in Argentina dove ritrova Giacomo Filippone, un amico d’infanzia che ha fatto fortuna. Nella nuova terra incontra gli stessi conflitti lasciati alle spalle in patria, la stessa gerarchia dettata da soldi e potere. I braccianti argentini, sfruttati dai latifondisti, minacciano sciopero: “Basta con questi salari da fame. Anche noi abbiamo il diritto di vivere” esclamò un terzo. “Se si tratta di decidere insieme, decidiamo tutti – intervenne Ramón – e facciamo come vuole la maggioranza. Ma io dico che, prima, bisogna parlare con il padrone e vedere cosa vuol fare. Giacomo Filippone è un uomo che capisce”. “È un padrone come tutti gli altri!” gli gridò in faccia il suo vicino.“
Per una piacevole lettura, si può acquistare il volume in web, nella sua edizione stampata, con recapito postale, al link: https://www.lulu.com/en/en/shop/ennio-marchetti/una-storia-contadina/paperback/product-g5qzmn.html?page=1&pageSize=4
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